api che bevono

Acido ossalico sublimato contro la varroa

In questo articolo vi parliamo di come abbiamo trattato le api tramite acido ossalico sublimato, l’ultimo trattamento del 2021 al nostro apiario di Civate. Questo trattamento è diventato essenziale per salvare le nostre preziose api, limitando la presenza di eventuale varroa. Come abbiamo visto (leggi Come trascorrono l’inverno le api), il lavoro di un apicoltore non si ferma mai. Anche durante l’inverno è necessario prendersi cura delle api. 

Trattamento in apiario

Che cos'è la varroa?

La varroatosi è una malattia parassitaria che colpisce le api mellifere adulte ed è causata dall’acaro Varroa destructor. Quest’acaro si nutre del corpo grasso delle api adulte e si riproduce nella covata. La presenza di varroa destructor, acaro in grado di riprodursi molto più velocemente di un’ape, determina la morte certa delle famiglie. Per questo motivo un apicoltore non può sottrarsi dall’eseguire i trattamenti disponibili per cercare di combatterla. La lotta alla varroa non si limita a una sola operazione, ma prevede l’impegno dell’apicoltore durante tutto l’anno.

I 3 trattamenti contro la varroa

Durante l’anno apicoltore effettua diverse operazioni per mettere al sicuro le sue api e cercare di limitare i danni causati dalla varroa. Come abbiamo detto, la varroa si riproduce nella covata delle api, nelle celle cioè che ospitano la larva che diventerà ape, le quali vengono opercolate (chiuse con la cera) dalle api adulte. Una volta che la cella è chiusa non è più possibile agire sulla varroa eventualmente presente. Per questo motivo è necessario che non vi siano celle di covata durante il trattamento.

A luglio, dopo aver determinato artificialmente il blocco della covata (selezionando e isolando la regina dal resto dell’arnia e attesi 24 giorni) l’apicoltore effettua il trattamento con acido salico gocciolato.

Novembre è il momento del così detto “trattamento radicale” contro la varroa. In questo periodo dell’anno c’è il blocco di covata naturale: l’ape regina interrompe naturalmente la produzione di uova. Si agisce perciò nuovamente con l’acido ossalico gocciolato. Fino a qualche anno fa, eseguire questo secondo trattamento faceva sentire noi apicoltori tranquilli contro la varroa. Ora non più.

A dicembre: è consigliabile ricorrere alla sublimazione dell’acido prima che riprenda la covata. 

Trattamento con acido ossalico sublimato

Solitamente la ripresa della covata da parte della regina si ha con l’aumento significativo di ore di luce naturale. Quest’anno invece, noi apicoltori ci siamo accorti che già nel mese di dicembre la covata era ripartita, questo perché gli inverni non sono più quelli rigidi di una volta. È essenziale perciò agire con anticipo. Il trattamento al nostro apiario è stato eseguito durante uno degli ultimi giorni dell’anno. Si è scelta una giornata umida, questo perché l’umidità favorisce la riuscita del trattamento. Abbiamo utilizzato il BioLetalVarroa, un sublimatore di acido ossalico che il nostro apicoltore Filippo ha modificato per questo tipo di trattamento, collegandolo a una batteria. Grazie a una condotta in legno e una ventolina, la nube di acido ossalico è stata così direzionata all’interno dell’alveolo in polistirolo.

L’intervento per ogni arnia è durato più o meno due minuti. Per far in modo che l’acido ossalico sublimato venga trattenuto nell’arnia in polistirolo, il fondo di quest’ultima è stato chiuso con un vassoio artigianale. La porticina di ingresso dell’arnia deve rimanere chiusa per almeno 15 minuti. L’acaro, se presente, trascorsi due giorni dal trattamento, inizia a cadere nel vassoio . Quest’ultimo trattamento, che era facoltativo fino a poco tempo fa, è diventato ormai una consuetudine a cui non è possibile sottrarsi.

 

Cristina Cireddu

Trattamento con acido ossalico sublimato.

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